L’approvazione, il 12 marzo 2024, della nuova direttiva europea “Case Green” – con l’obiettivo di ridurre le emissioni a effetto serra e il consumo energetico entro il 2030, in vista del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 – ci pone innanzi a nuove sfide e, soprattutto, a nuove opportunità che possono essere colte, già da subito, grazie agli incentivi previsti dallo Stato: per puntare al risparmio energetico, alla riduzione delle emissioni di carbonio verso un futuro migliore per noi e per il pianeta.
Cosa significa casa green?
Molti ne parlano, non tutti lo sanno: cosa significa “case green”?
Gli edifici possono essere definiti come “case green” se rispettano i seguenti criteri:
- producono emissioni zero o quasi zero e richiedono una quantità molto bassa di energia. Non emettono carbonio sul posto derivante da combustibili fossili e producono un minimo o nessun’altro tipo di emissioni di gas serra derivanti dall’attività operativa.
- il consumo totale annuo di energia primaria è soddisfatto principalmente da fonti rinnovabili che possono essere generate in loco, nelle vicinanze o fornite da una comunità di energia rinnovabile.
- sono progettate per massimizzare l’utilizzo dell’energia solare e sono predisposte per l’installazione di tecnologie solari efficienti e convenienti.

Cosa prevede la direttiva europea sulle case green?
La direttiva europea “Case Green” – il cui testo completo si può trovare a questo link – impone agli stati membri un percorso in vari step, che dovrà portare a un patrimonio edilizio, sia privato che pubblico, a zero emissioni nel 2050.
Già dal 1° gennaio 2030 tutti i nuovi edifici dovranno garantire emissioni zero.
Ogni Stato predisporrà un piano che preveda la riduzione del consumo di energia sia degli edifici residenziali che degli edifici non residenziali: il 55% della riduzione dei consumi dovrà essere ottenuta dalla ristrutturazione degli edifici con performance energetiche peggiori.
Edifici residenziali
Relativamente agli edifici residenziali, ogni Stato membro dell’Unione Europea dovrà impegnarsi a ridurre il consumo medio di energia:
- del 16% entro il 2030
- del 20-22% entro il 2035.

Edifici non residenziali
Relativamente agli edifici non residenziali, ogni Stato membro dell’Unione Europea dovrà impegnarsi a ridurre il consumo medio di energia:
- del 16% entro il 2030;
- del 26% entro il 2033.

Case green: quali sono gli ambiti di intervento?
Impianti fotovoltaici
I paesi membri dovranno assicurarsi che i nuovi edifici siano “solar-ready”, cioè idonei per l’installazione di impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti.
L’uso di energia solare diventerà la prassi per le nuove costruzioni.
La direttiva prevede l’obbligo di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e non residenziali, che sarà progressivo dal 2026 al 2030, nei casi in cui risulti possibile da un punto di vista tecnico, economico e funzionale.
L’attuazione di queste norme avverrà in tempi diversi a seconda del tipo e delle dimensioni degli edifici.

Caldaie
A oggi la maggior parte dell’energia consumata per riscaldare e raffrescare gli edifici proviene ancora da combustibili fossili. Cosa propone la nuova direttiva in merito?
- Entro il 2040, gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno abbandonare l’uso delle caldaie a gas
- A partire dal 2025 non saranno più concesse le agevolazioni fiscali per gli impianti di riscaldamento tradizionali, ma solo per gli impianti ibridi, cioè quelli che combinano una caldaia a gas con una pompa di calore.

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- risparmio in bolletta: l’aumento delle classi energetiche e la conseguente riduzione dei consumi porta ad un notevole risparmio sulle bollette;
- zero danni per il pianeta grazie alla riduzione di emissioni di CO2.
- aumento del valore dell’edificio: un immobile ristrutturato vale il 44,3% in più di uno da ristrutturare.
- possibilità di ottenere vantaggi fiscali: per promuovere una maggiore sostenibilità nell’edilizia e ridurre l’impatto ambientale delle abitazioni
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